Nel corso di soli tre anni abbiamo assistito a diversi tentativi di adattamento di In Mostra, la sezione di Artissima nata dalla precedente esperienza di Musei in Mostra e dedicata all’ideazione di un momento espositivo di stampo istituzionale/museale all’interno di un contesto particolare, per modalità e tempi di fruizione, come quello fieristico. In Mostra si sviluppa e suddivide tra gli stand e i corridoi dell’Oval – Lingotto Fiere, ed è pensata e realizzata ogni anno grazie alla collaborazione con istituzioni piemontesi e (a partire da quest’anno) con gallerie italiane. Sin da subito avvertita come un’operazione estranea, In Mostra ha portato i curatori che si sono succeduti a creare un graduale e intelligente processo di inserimento e interazione con il pubblico della fiera, ponendosi obiettivi dalle forti basi teoriche e, in alcuni casi, proseguendo un progetto, già avviato in una vera e propria cornice museale, con maggiore libertà (Cf. KABUL feat. Artissima – track #3).

Di seguito proveremo a delineare alcuni elementi chiave che hanno contraddistinto gli obiettivi e le scelte allestitive delle precedenti edizioni, inquadrandole all’interno di un processo lineare di naturalizzazione all’interno della fiera. In Mostra trova il suo equilibrio in questa edizione, attraverso una soluzione: Deposito. Deposito d’Arte Italiana Presente è un progetto di ricerca e ricognizione che fa libero riferimento a un modello cooperativo/espositivo di fine anni ’60, dove Pier Paolo Pasolini, Piero Gilardi e Mario Merz ideavano rappresentazioni, mostre e performance in dialogo con Gian Enzo Sperone, Leo Castelli e altri esponenti del mercato internazionale.