Come taglio tematico, il curatore ha scelto un argomento già indagato in un suo precedente progetto, legato alla figura umana e sull’esplorazione del corpo nell’arte. Tutte le opere selezionate sono provenienti sia da alcuni tra i maggiori musei e fondazioni in Piemonte che da importanti collezioni private.

ATP: Dopo due anni in cui hai curato il progetto Per4m per Artissima, per questa edizione ti cimenti in quella che, senza giri di parole, considero una prova molto difficile: curare una mostra in fiera. Luogo dispersivo, denso, dominato dalla velocità e spesso dalle continue distrazioni, considero il  luogo espositivo di una fiera il meno adatto per concentrare dei concetti ‘discorsivi’. Funziona, per paradosso, l’opposto. Quando degli stand ‘privati’ si protendono verso la curatela vengono osannati, all’opposto, quando si presenta una mostra senza fini commerciali, è spesso giudicata come una ‘prova’, un esperimento. Mi dai un tuo punto di vista – a prescindere dal tuo progetto – dello spazio che le fiere dedicano alle mostre?

Simone Menegoi: In generale, concordo con te. È senz’altro una sfida fare una mostra in una fiera, per i motivi che hai elencato. Ma lo è anche presentare una performance, e più ancora una rassegna di performance. Eppure l’accoglienza che il pubblico di Artissima ha riservato alle prime due edizioni di Per4m è stata calorosa, e l’attenzione degli spettatori ha spesso accompagnato i pezzi dall’inizio alla fine. A volte succede…
In linea di principio, credo che non sia impossibile far coesistere una fiera e una mostra: se l’argomento è avvincente, se l’allestimento è leggibile, se c’è una chiara demarcazione rispetto al resto della fiera, una mostra ha senz’altro una chance di essere visitata, e anche con una certa attenzione. Ti ricordo quanto sia stato vivace l’interesse degli spettatori per la prima edizione di In Mostra, curata (in modo molto intelligente) da Stefano Collicelli Cagol. C’era così tanta gente che voleva visitare la mostra, che a un certo punto si rese necessario regolare gli ingressi. Non è un caso: Artissima è una fiera speciale, la cui identità è legata all’offerta culturale non meno che alla parte commerciale. E questa offerta culturale costituisce un motivo di interesse fondamentale per il grande pubblico, quello dei non addetti.