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1 - 3 novembre 2024
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#ArtissimaLive | Paola Nicolin racconta “PIPER. Learning at the discotheque”

2 Ottobre 2017 #ArtissimaLive

“Perché una discoteca? Perché pensiamo che il luogo della danza, il night club e tutto quello che ruota attorno a questi immaginari sia oggi più che mai un modello di scuola alternativa, un luogo di contaminazione di linguaggi, di cambiamento di comportamenti di identità quindi anche di pratiche artistiche.”

PIPER. Learning at the discotheque è il titolo del programma di talk di Artissima a cura di the Classroom, un centro di arte e formazione diretto da Paola Nicolin. Il progetto sviluppa i suoi contenuti dalla riflessione sul Piper di Torino, la discoteca progettata da Pietro Derossicon Guido Ceretti, attiva dal 1966 al 1969. Di questo luogo si ripropone una ricostruzione evocativa, una aula-discoteca realizzata in collaborazione con il collettivo artistico Superbudda.

Nel testo che segue Paola Nicolin introduce PIPER. Learning at the discotheque  —

Ci è venuta questa brillante idea – suggerita da Ilaria Bonacossa – di ragionare a partire da una relazione fra contenuto e contenitore. Partire cioè da un luogo identitario ed estremamente legato al territorio della città di Torino come è stato il Piper Club. Sicuramente avrete sentito parlare di questa discoteca – e spazio flessibile, innovativo, radicale – progettata da Pietro Derossi, con Guido Ceretti, attivo a Torino dal 1966 al 1969. Il Piper era uno spazio adatto al ballo, al teatro, al cinema, alla musica, alla poesia, alle riunioni e molto altro che proprio in questi tre anni era stato gestito dallo stesso Derossi. Siamo partiti immaginandone una ricostruzione evocativa cioè per provare a capire se era possibile realizzare un programma d’incontri, conversazioni che avesse una relazione con lo spazio dove tutto questo accade. Perché una discoteca? Perché pensiamo che il luogo della danza, il night club e tutto quello che ruota attorno a questi immaginari sia oggi più che mai un modello di scuola alternativa, un luogo di contaminazione di linguaggi, di cambiamento di comportamenti di identità quindi anche di pratiche artistiche.

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